Ieri il candidato Sindaco Giovanni Nardini, ha scritto un duro intervento sulla gestione del recupero dell' area dell' Ex zuccherificio di Bondeno.
Come al solito intendo dare tutto lo spazio necessario a Giovanni ed agli altri candidati sindaco per esprimere le loro idee, le loro perplessità ed i loro programmi.
Tuttavia mentre rileggevo il pezzo che riporto in seguito, mi è venuta in mente una domanda per Giovanni Nardini, una curiosità che ormai da anni mi porto dentro e che, sino ad ora, non ho avuto occasione di fare, la domanda è la seguente:
" Se non ricordo male l'enumplan prima di venire a Bondeno si era recata in comune a Ostellato per presentare al sindaco di allora, Paolo Calvano, il loro progetto per l'ex zuccherificio. Il sindaco di Ostellato, in accordo con la giunta, ha "stranamente" lasciato cadere la cosa. Allora Ti chiedo Giovanni, se lo sai e se puoi dirlo , quali sono state le considerazioni fatte allora dal sindaco di Ostellato Calvano, ed in cosa hanno differito da quelle fatte dal sindaco di Bondeno solo qualche mese dopo?
Sulla vicenda infinita del pastificio ritorna in scena Enumplan. Nel gioco di scatole cinesi si passa da una società all'altra, ma le persone sono sempre le stesse. Ora entra in gioco Gestione Immobiliare Gottardo, rappresentata da Carlo kuster, presidente di Enumplan. Sempre Enunplan? La stessa società, per la quale è stato chiesto il fallimento per i debiti mai pagati nei confronti delle ditte di Bondeno? Aspettiamo il 31 gennaio per vedere se, finalmente, vi sarà la svolta positiva a questa incresciosa vicenda. Come al solito si resta esterrefatti dalle parole di Alan Fabbri: come se in questi anni niente fosse successo, come se gli accordi fossero stati rispettati. Come se i ritardi fossero colpa del terremoto. Cose da non credere! Il problema non è Fin Bieticola, ma il fatto che sinora non vi è nessun investitore! Tutti ci auguriamo che vi sia la cessione dell'area, che si faccia l'investimento e che vi sia la creazione di posti di lavoro. Se lo augura soprattutto il PD di Bondeno che ha concorso a creare le condizioni affinché il pastificio si possa fare. Ma chi acquisterà l'area? Chi farà l'investimento? Chi costruirà il pastificio? In tre anni nessuno l'ha ancora capito. Che gioco sta facendo Alan fabbri? La responsabilità dei rallentamenti nella riconversione dell'area ex zuccherificio non è certo di Fin Bieticola, ma di Enumplan e di IGFP. Aziende di progettazione che hanno lasciato debiti sul territorio e intrattenuto ottimi rapporti con Alan Fabbri , che si è dimostrato incapace di difendere gli interessi delle aziende di Bondeno. Parlare di problemi tra privati è fuori dalla realtà. Per la riconversione dell'area ex zuccherificio è stato firmato un protocollo di intesa di interesse pubblico con lo scopo di creare le condizioni per nuovi investimenti e la creazione di posti di lavoro. Questa vicenda ha avuto sinora solo costi e danni per Bondeno. Per le aziende locali i lavori non pagati ammontano a centinaia di migliaia di Euro. Per l'amministrazione comunale, l'intero settore tecnico è stato a disposizione degli svizzeri per mesi e mesi.
Vi sono stati viaggi all'estero, un progetto futurista illustrato alle aziende, cene di lavoro con vari soggetti e, soprattutto, il comodato d'uso di locali comunali ad Enumplan, azienda che, come citava l'apposita deliberazione stava collaborando con il Comune di Bondeno per la riconversione dell'area ex zuccherificio. Vorremmo che da questa collaborazione vi fossero anche buoni frutti. Vorremmo che il 31 gennaio si stipulasse la vendita dell'area ad un investitore credibile che investa sul territorio e crei posti di lavoro. Invece di parlare a sproposito, Alan Fabbri dovrebbe pensare agli interessi dei cittadini e delle aziende di Bondeno. Dovrebbe lavorare per portare investimenti ed avere una parte attiva nel rilancio produttivo di Bondeno. In questi anni non ha fatto nulla di tutto ciò. Durante il suo mandato Bondeno ha perso aziende, posti di lavoro e popolazione residente. Questi sono i fatti. Bisogna cambiare rotta!
Giovanni Nardini
Candidato Sindaco di Bondeno
Bastava cercare Merker-Ramoser su Google per capire con chi si aveva a che fare, magari Calvano l'ha fatto. Es. http://www.primadanoi.it/news/cronaca/509510/Caso-Ramoser-Merker--la-bufala-era-riconoscibile--banche-troppo-distratte-.html
RispondiEliminaHo letto l'articolo...penso che quel giorno a Bondeno non andasse internet. E poi non è più andato.
RispondiEliminaBella anche la foto di gruppo: naturalmente sulla stampa Fabbri e Vincenzi prendono le distanze da una "trattativa tra privati"...si vede bene dalla foto che non sono coinvolti.
Devo rimarcare che c'è una domanda a cui nessuno (dico nessuno né Comune, né Provincia e Regione) è in grado di rispondere. E non è cosa da poco perché è l'elemento fondamentale che fa della riconversione dell'area dello zuccherificio, e del progetto industriale, una vicenda pubblica e non privata. Dove sono finiti i fondi della UE - si parlava di circa 60 milioni di euro - che erano a corredo dell'intera operazione. Si dice che una parte siano serviti per la bonifica e una parte per gli ammortizzatori sociali: e tutto il resto?
RispondiEliminaIn quel tempo ero nel Consiglio Nazionale della Bieticoltori(ABI) che però aveva sede a Ferrara. Il presidente Tonello (anche presidente di Coldiretti) ci ha sempre tenuto edotti sulle trattative con la UE per l'eventuale chiusura degli zuccherifici in Italia. Quindi mi risulta e sò per certo che giustamente la cifra è circa quella di 200 miliardi delle vecchie lire. Il punto è che tale cifra non doveva servire direttamente a pagare qualcosa. Quella cifra doveva essere incamerata TOTALMENTE da Italia Zuccheri/Finbieticola se in seguito alla chiusura dello stabilimento assolveva a 3 obblighi. 1) demolizione e sgombro/pulizia dell'area 2) bonifica del suolo 3) farsi carico del destino occupazionale dei lavoratori dipendenti rimasti. Alcuni zuccherifici dopo la chiusura hanno destinato i dipendenti in altri loro siti produttivi molto distanti, altri hanno concordato la buonuscita, altri come Bondeno hanno messo in campo un nuovo insediamento produttivo in loco per occupare gli operai rimasti, con il beneplacito di tutte le Amministrazioni Locali, Sindacati ecc che hanno accettato di appoggiare le varie soluzioni proposte e che si sono susseguite (centrale ad olio di palma, Cavicchi/pomodoro e ultimo il pastificio di Ramoser). Nel frattempo tutti questi anni di cassa integrazione li abbiamo pagati noi e non Finbieticola. Il tragico sospetto, ma in tantissimi casi è diventata mera normalità è che: può essere tutta una strategia preordinata (dall'industria naturamente) per tirare avanti degli anni con i seguenti scopi: far aumentare tantissimo di valore all'area con la nuova classificazione nel "Piano Regolatore"; far pagare intanto allo Stato il giusto dovuto ai lavoratori, con la speranza che nel frattempo alcuni di loro possano andare in pensione e altri trovino occupazione altrove. Alla fine della corsa Finbieticola avrà la sua area bonificata, aumentata di valore e pochi addetti rimasti con i quali non sarà un grosso problema trovare un accordo risolutivo. Fatto ciò avrebbero assolto a tutti gli obblighi e legittimata a passare all'incasso del saldo, se non l'avesse già riscosso. Questo è quel che sò e che mi fa dire la mia esperienza sul campo.
RispondiEliminaPer la mia esperienza non sarebbe la prima volta che in Italia le riconversioni industriali si trasformano in operazioni meramente immobiliari. Il rischio paventato dal Sig. Berlato è concreto.
EliminaIn origine il progetto, per ottenere i contributi UE, avrebbe dovuto essere approvato e convalidato dall'ISA (Istituto agricolo agroalimentare con sede a Roma). In quell'occasione furono presentati progetti di carattere preliminare per i tre impianti saccariferi ferraresi(per Bondeno fu presentato il progetto della centrale)solo - a questo punto credo sia così - per ottenere il via libera da parte del Ministero all'erogazione dei fondi. Questi erano vincolati alla presentazione di un progetto di riconversione nel campo dell'agro-alimentare. I fondi devono essere legati a progetti industriali sul nostro territorio.
EliminaCiao Riccardo, questo poteva avvenire anni fa quando era consentito fare mere speculazioni di carattere immobiliare. Oggi non è più così, l'area dello zuccherificio ha un valore di mercato non valutabile, cioè potrebbe anche non valere nulla. Ci sono centinaia di siti simili a questo nelle periferie delle grandi città che vengono "regalati" a chi si accolla l'onere di presentare no straccio di progetto e di sostenere le spese di un piano particolareggiato. Quella di Bondeno ha il solo vantaggio di avere una dote in danaro della UE, o almeno così pareva.
EliminaGrazie Davide per le precisazioni.Purtroppo di aree ex produttive in abbandono è piena l'italia.
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