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mercoledì 1 ottobre 2014

Per fatto personale


Ieri sera in consiglio comunale, si è discusso ed approvato il nuovo regolamento per l'erogazione degli interventi economici di assistenza sociale.
Di questo regolamento ci siamo occupati molte volte sul blog ed addirittura siamo stati in grado di pubblicare il regolamento in anteprima assoluta.

Ora poiché il consigliere Luca Pancaldi (ex assessore ai servizi sociali) ieri sera si è tolto, a mio avviso,  più d' un sassolino dalla scarpa ed è arrivato persino a citare il nostro blog, per fatto personale (come si suole dire) pubblico l'intervento integrale di Pancaldi, così come l'ho trovato sul suo profilo facebook.
Buona lettura !!!



"Modificare ed integrare un regolamento approvato nel 2005, in condizioni completamente diverse da quelle attuali, quando cioè ancora non si conoscevano gli effetti devastanti della crisi economica che ci avrebbe colpito da lì a qualche anno, credo sia non solo naturale ma addirittura opportuno per cercare di venir incontro alle mutate richieste dei nostri cittadini. Ciò che ci è apparso invece alquanto anomalo è stata la modalità con la quale queste modifiche sono state apportate e soprattutto ci ha stupito l’intenzionale volontà di marcare una forte discontinuità rispetto al recente passato, rinnegando in tal modo quello che era stato fatto fino ad allora, pur nella continuità che caratterizza questa giunta rispetto alla precedente. Eppure in passato sono state tante le occasioni di discussione in giunta nel corso delle quali è stato possibile esprimere la propria opinione liberamente anche da parte di chi non gestiva direttamente quell’assessorato. Quante volte il confronto ci ha portato a rivedere le nostre posizioni iniziali e a tenere conto di idee emerse durante la discussione. 
Dopo appena due mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo inizia però ad emergere questa volontà di differenziarsi rispetto al passato, addirittura sospendendo con una delibera di giunta la precedente delibera di consiglio comunale che stabiliva i criteri di erogazione dei contributi, con un procedimento che, dal punto di vista amministrativo, lascia qualche perplessità. Qual è stata la necessità che ha spinto l’amministrazione ad adottare misure così drastiche? Non sarebbe stato più corretto (non solo dal punto di vista della continuità amministrativa ma anche sotto il profilo strettamente politico) continuare ad applicare i criteri fino a quel momento adottati e contestualmente iniziare una discussione vera dove coinvolgere effettivamente la maggioranza e il consiglio comunale intero? Ad onor del vero due incontri che prevedevano la discussione di tanti altri argomenti si sono tenuti in queste settimane ma mi è sembrato più un dover rispettare una prassi che non un reale momento di confronto. Basti pensare che mai nessuna bozza è stata consegnata ai consiglieri rendendo, soprattutto a chi da poco siede sui banchi del consiglio comunale, molto difficile il poter incidere sul contenuto di uno strumento complesso qual è un regolamento. Salvo poi vedere la bozza quasi definitiva su un blog la mattina precedente la notifica degli atti del Consiglio Comunale. Perché allora sospendere in maniera così indiscriminata gli aiuti decisi fino a quel momento da parte degli stessi operatori di cui spesso l’assessore, e almeno su questo siamo d’accordo, decanta le grandi capacità professionali? Si vuole fare credere che l’assessore precedente avesse influenzato in maniera così decisa gli operatori del servizio sociale? Mai, e ripeto mai, nessuna pressione fu fatta da parte mia per favorire un cittadino a discapito degli altri. Forse è stata la necessità di dover risparmiare? Si tenga presente che questo capitolo prevede mediamente uno stanziamento annuo di alcune decine di migliaia di euro e che non è certo uno dei capitoli più consistenti del bilancio comunale. Proprio da qui si doveva partire a razionalizzare le spese? Sia chiaro, nessuno è contrario alla rivisitazione delle spese ma tutto ciò doveva avvenire prendendo in considerazione l’intero bilancio. Interessante poi una risposta riportata dalla stampa: nessuno si è con noi lamentato! Benissimo, ma sappiamo quali alternative potranno avere adottato queste persone di fronte ad una preclusione assoluta dell’amministrazione? Non è che le soluzioni che queste persone sono state costrette ad adottare si ripercuoteranno poi ancora più pesantemente sui servizi entro qualche tempo? Tutti siamo contrari all’assistenzialismo (ci mancherebbe!) e da sempre il mero contributo è stato lasciato come ipotesi estrema da adottare in mancanza di alternative o spesso è stato individuato come un tassello fondamentale di un progetto ben più ampio. Anche i soli 50 euro, a qualcuno può sembrare strano, possono essere fondamentali per una famiglia bisognosa meritevole di aiuto perché dietro a questo piccolo importo ci sta sempre un progetto finalizzato al recupero di quella situazione. Un luogo comune da sfatare: i contributi vengono assegnati prevalentemente a cittadini extracomunitari. E’ vero, una parte consistente viene data a loro ma sono sempre più numerosi i cittadini italiani che ricorrono al servizio vuoi perché hanno perso il lavoro o perché il peso degli adempimenti è diventato sempre più percentualmente rilevante rispetto alle entrate. Sta di fatto che allo stato della normativa attuale non è possibile creare , ammesso che sia giusto farlo, un filtro tale da escludere la seconda categoria rispetto alla prima.Per quanto riguarda il merito di queste modifiche esse sono tali da trasformare un regolamento che perlomeno aveva una propria ragione d’essere una propria operatività e che, ripeto, poteva tranquillamente subire emendamenti, in un regolamento che non decide, che rimanda, che formalizza prassi ormai consolidate nel tempo (ad esempio la commissione tecnica mai formalizzata proprio per evitare di appesantire troppo il lavoro degli operatori) e soprattutto che non raggiunge gli obiettivi che inizialmente volevano perseguirsi con queste modifiche. Il fatto poi che l’unione dei comuni (nel cui ambito dovremo tendere sempre di più alla omogeneizzazione dei singoli regolamenti comunali) si sia costituita, poteva rappresentare un luogo di discussione dove esportare le nostre idee che avrebbero potuto essere condivise anche dagli altri; abbiamo invece preferito enunciare principi che sono risultati poi non attuabili e quindi virare lentamente verso un qualcosa di forzatamente mediato, di indefinito.Quando nel ormai lontano 1999 l’allora Sindaco Verri mi delegò a gestire questo importante settore io ero esattamente nelle condizioni di qualcuno di voi, forse potevo vantare un po’ più di conoscenza delle realtà sociali essendo stato impegnato per anni nel mondo del volontariato, avevo la sensazione di essere un pompiere che gettava piccole taniche di acqua su un vasto incendio che non accennava ad arretrare. Ho continuato a gettare acqua per tutti questi anni e continuerò, nel mio piccolo, a farlo… Per le motivazioni brevemente esposte sopra, il voto del mio gruppo, responsabile del ruolo ricoperto all’interno di questo consiglio comunale e della maggioranza che governa la nostra città, sarà di astensione".
             Luca Pancaldi
 

1 commento:

  1. Mi chiedo come fa un regolamento del consiglio ad essere sospeso da una decisione della giunta? qualcuno mi può rispondere?

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