la creatività dei Comuni
di Fabio Garrini
Entro il prossimo 16 ottobre è in scadenza il versamento dell’acconto TASI per gli immobili
ubicati in comuni che non avevano approvato aliquote e detrazioni entro il 23 maggio ma vi
hanno provveduto entro il 10 settembre: si tratta di circa 5.000 comuni (circa due terzi dei
comuni italiani), in relazione ai quali per il calcolo dell’imposta occorre verificare i parametri
di calcolo pubblicati entro lo scorso 18 settembre.
Senza dilungarci oltre nell’esame delle modalità di versamento (si veda il precedente
contributo dedicato), in questa sede è intento soffermarsi sull’applicazione dell’imposta per gli
immobili destinati ad abitazione principale. (n.d.r. non è il caso del comune di Bondeno)
Le riduzioni sull’abitazione principale: spazio alla creatività!
A differenza dell’IMU dove essi risultano esenti, la TASI è dovuta sui fabbricati destinati ad
abitazione principale e relative pertinenze, così come a favore di quelli assimilati all’abitazione
principale.
Con riferimento a tali immobili i Comuni si sono davvero sbizzarriti per introdurre agevolazioni
e cercare di graduare il prelievo, con risultati però spesso esasperanti per coloro che si trovano
a cimentarsi con il calcolo. (n.d.r. è il caso del comune di Bondeno)
Aliquota ridotta
La situazione più semplice è quella in cui i Comuni hanno deciso di agire solo sull’aliquota
applicabile alle prime case: si tratta del caso più semplice e immediato da gestire, ma il
risultato è un’imposta che non tiene in alcun conto il pregio dell’immobile e la situazione del
nucleo familiare. Tale aliquota non può superare il 2,5 per mille, a meno che il comune non
abbia beneficiato dell’opportunità introdotta dal DL 16/14 di un incremento dello 0,8 per mille:
in tal caso va verificato esattamente a quali immobili applicare tale incremento (e non sempre
si tratta di un’operazione agevole).
Detrazione fissa
Spesso i Comuni hanno deciso di introdurre una riduzione al prelievo attraverso la previsione
di una detrazione fissa, da ripartire in parti uguali tra gli aventi diritto (quindi
indipendentemente dalla quota di possesso), in maniera analoga a quanto in passato era
previsto con l’ICI (siano al 2007) e con l’IMU (per il 2012), utilizzabile sulle pertinenze per la
parte eccedente rispetto all’imposta dovuta sull’abitazione.
Anche tale situazione, come la precedente, dà poca rilevanza al pregio dell’immobile e alla
situazione familiare, ma almeno ha il pregio di esonerare di fatto dal versamento i contribuenti
che possiedono immobili che presentano una rendita modesta.
Detrazione a scaglioni
Piuttosto gettonata anche la forma alternativa (più raramente aggiuntiva) di detrazione
parametrata al pregio dell’immobile, stabilita per scaglioni decrescenti all’aumentare della
rendita catastale dell’immobile: in tal caso occorrerà verificare la rendita catastale
dell’immobile (eventualmente sommando quella delle pertinenze se il regolamento lo
prevede) e verificare in quale scaglione ci si trova al fine di individuare la detrazione spettante.
Soluzione che ha il pregio di offrire vantaggi agli immobili meno prestigiosi, ma che introduce
complicazioni di calcolo in capo ai contribuenti (si pensi ad esempio al Comune di Milano che
ha ben 8 scaglioni).
(n.d.r. Il comune di Bondeno, invece fa di meglio, come quello di Ferrara per le detrazioni fa tornare i contribuenti sui banchi di scuola obbligando a risolvere un'equazione di primo grado)
Detrazione per figli
Altra agevolazione che capita di verificare è quella relativa ad una detrazione (solitamente
aggiuntiva rispetto ad una delle due precedenti) riconosciuta in relazione ai figli del
contribuente. Non è detto che tale detrazione segua le regole già utilizzate nel 2012 per la
detrazione IMU in quanto potrebbe, ad esempio, essere posto un diverso limite di età (per l’IMU
2012 era 26 anni), oppure potrebbe essere richiesto che i figli risultino a carico (per l’IMU era
di fatto richiesta la sola convivenza).
Detrazione per disagi familiari
Inoltre può capitare di verificare ulteriori detrazioni (normalmente in aggiunta alle precedenti)
che vengono concesse quando il nucleo familiare presenta situazioni meritevoli. Sono poi delle
detrazioni che possono essere riconosciute in ragione dell’anzianità dei contribuenti (ovvero
anche di uno dei familiari residenti nell’immobile), quando nel nucleo familiare è presente un
disabile (con la necessità di definire tale status per il presente fine), ovvero ancora quando in
nucleo familiare presenta un ISEE che non supera un determinato tetto massimo (obbligando
chi intende beneficiare di tale detrazione a dotarsi del calcolo dell’ISEE).
Non sarebbe opportuna una standardizzazione?
Quelle descritte sono solo alcune (comunque tra le più frequenti) agevolazioni che può capitale
di leggere nei regolamenti comunali che in questi giorni Studi e contribuenti stanno cercando
di interpretare; agevolazioni che potrebbero avere infinite varianti, tanto da rendere necessario
analizzare nel dettaglio ogni regolamento. E, quel che più è grave, quanto capita di leggere
spesso non è neppure troppo chiaramente comprensibile, lasciando adito a numerosi dubbi.
Viene da chiedersi se questa sia la strada corretta: forse non sarebbe meglio un sistema di
agevolazioni codificate (dove quindi sarebbe possibile ottenere un’unica interpretazione
ministeriale, possibilmente tempestiva) per le quali ogni Ente avrebbe diritto di agire solo sulla
quantificazione (ammontare delle aliquote e delle detrazioni)? Le previsioni Comunali
sarebbero infatti molto prima di tutto più semplici da interpretare, ma anche più lineari da
gestire. I software gestionali non possono infatti in alcun modo recepire tutte le varianti
esistenti e quindi ogni liquidazione TASI viene operata necessariamente “a mano”.
Comunque niente paura. È notizia di questi giorni che dal 2015 cambierà ancora tutto e tutto
diverrà più semplice …
Tratto da Euroconference news del 9 ottobre 2014.
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