Il lettori di questo blog sono persone fantastiche, ed ogni giorno mi convinco sempre più di quanto questo sia vero.
Questa mattina, un nostro lettore di madre lingua tedesca, visto le gravi lacune del traduttore Google, ha pensato bene di farci il "regalo" di una traduzione corretta e comprensibile del testo dell'articolo pubblicato il 2 agosto sul quotidiano on line Nordwest Zeitung .
A lui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti ed a Voi il piacere della lettura dell'articolo tradotto in un italiano corretto.
Articolo NWZ Online del 02.08.2014
IL FORNO SI E’ SPENTO PER
I DUBBIOSI PANETTIERI
Il progetto “Pizzafabrik”
(pastificio) è saltato definitivamente. Per i piani d’investimenti che
avrebbero riguardato anche uno stabilimento a Friesland (in Germania) erano
previsti miliardi di Euro. Esiste il sospetto di truffa immobiliare e di frodi
creditizia. E la persona dietro le quinte non è uno sconosciuto.
Sono trascorsi solo cinque mesi da quando Luigi Coletti
nella cittadina italiana settentrionale di Bondeno aveva ancora promesso :
"qui nel 2016 si sentirà il profumo di torte appena sfornati e
croissant freschi." Ora il forno è definitivamente spento, prima ancora
che potesse essere acceso. E Luigi Coletti, dirigente con importanti
esperienze internazionali nel proprio curriculum professionale, si dovrà chiede
come abbia potuto farsi coinvolgere in questa avventura e aversi fatto assumere
come Amministratore Unico della neo costituita società Thomas Food
Italia .
Molti altri dirigenti, professionisti ed imprenditori si
sono fatti ingannare e sono stati ingaggiati per il gigantesco progetto
industriale. Alcuni però hanno ben presto realizzato il gioco malefico e se ne
sono andati. Altri non volevano ammetterlo e sono rimasti nella speranza
che li vengono ancora pagati gli emolumenti spettanti.
Non solo a Bondeno in Emilia Romagna si è sperato a lungo
che questo enorme investimento avvenisse . Per due anni anche la popolazione di
Friesland (Germania / Bassa
Sassonia) si è chiesto: Che cosa c‘è di vero circa la fabbrica
alimentare, che avrebbe dovuto entrare in funzione nel 2015 nel “Jade-Weser
Park” (una zona industriale) nei pressi di Roffhausen? E che avrebbe
dovuto portare intorno 300-400 nuovi posti di lavoro. Da 40 linee di produzione
avrebbero dovuto correre sui nastri di trasporto tutti i giorni 1.000
tonnellate di pizza e pasta surgelata , dolci, torte e piatti pronti per i
consumatori della Germania del nord , della zona della Ruhr e dei Paesi Bassi.
Nel frattempo si è consolidata l’opinione: il progetto fin
dall'inizio è stato un castello di sabbia. Enormemente gonfiato per servirsi
del mercato dei capitali e per farsi concedere finanziamenti dalle grandi
banche. La mente di tutto ciò sarebbe Gianfranco R. , un italo-svizzero,
che in passato già più volte con simili marchingegni è venuto in conflitto con
la legge.
Alcuni ex collaboratori di Gianfranco R. ora si sono
rivolti alla polizia e hanno sporto denuncia. Si indaga per il sospetto di
truffa immobiliare e di frodi creditizia nonché per il mancato pagamento di
stipendi ed onorari. Le autorità inquirenti sono la polizia e pubblico ministero
di Stoccarda.
Li Gianfranco R. è un personaggio "ben
noto". Nel 1990 si è trattato di fabbriche per la produzione di
telai (profili) per finestre a Trossingen (Germania) ed alcuni milioni
truffati , poi una fabbrica per camion-rimorchio in Italia a Tocco da Casauria
con un buco di circa 280 milioni di euro e bancarotta fraudolenta.
Per dieci anni la giustizia italiana ha indagato e alla
infine ha rinviato a giudizio circa 40 persone. Uno dei primi, che sono stati
allora arrestati era Gianfranco R. . La Procura della Repubblica è
convinta che egli era la "guida e l’ideatore di questo gruppo", e che
era riuscito attraverso società fittizie e operazioni complesse con fatture
false ad ottenere enormi risorse finanziarie.
L'obiettivo era quello di farsi concedere in maniera
fraudolente prestiti dalle banche, come è la convinzione del tribunale. Il
denaro come si dice è poi stato utilizzato impropriamente distraendoli a favore
di altre società del Gruppo e di altri complici.
Ora, il colpo più grande che è stato avviato fin dal 2010
circa : Fabbriche alimentari ! Non una, non due o tre ma
addirittura 41 fabbriche alimentari distribuite in tutta Europa. Ed in
aggiunta ad esse più di 80 magazzini e centri logistici . Questo risulta
da documenti nella disponibilità di NWZ. L'intero progetto con una linea
temporale di realizzazione di quasi dieci anni fino al 2023 avrebbe - se
dovesse essere realizzato – avuto dimensioni d’investimento di circa 20
miliardi di euro. Almeno.
Per la sola Germania sono dodici gli insediamenti
specificati, ognuno di essi con un volume d’investimento nell’ordine di
grandezza di milioni di euro a due o tre cifre. Dopo la realizzazione dello
stabilimento industriale di Roffhausen dal 2018 avrebbero dovuto andare a
regime altre fabbriche alimentari a Würzburg e a Bühl , nel 2019 fabbriche
alimentari a Kiel nonché nel 2020 a Neustrelitz e nel 2021 a Straubing. Altre
sedi sono specificate come depositi e centri di distribuzione.
Come realizzatore del progetto e referente dei comuni in cui
si doveva investire, fungeva la società di ingegneria Enumplan con sede
a Lugano (Swizzera). Una società che ha la sua residenza presso lo stesso
indirizzo di Gianfranco R. . "Il numero uno dietro l'intero
progetto", come ex dipendenti e confidenti di Gianfranco R. spiegano.
Mentre come rappresentante e uomo di contatto tra i comuni , quasi tutti
collocati in regioni strutturalmente deboli e gli responsabili autori del
progetto di Enumplan fungeva Alexander Hartung.
A tutt’oggi nulla è stato realizzato da nessuna parte. E
probabilmente non si farà più niente né a Roffhausen (Germania) e ancora meno a
Bondeno nell’Italia settentrionale, dove è iniziata già dal 2010 la storia dei
pastifici enigmatici e dei suoi committenti sconosciuti.
Walter Kulisch dell’Ispettorato del Lavoro di Oldenburg,
l'autorità edilizia per il progetto di Roffhausen (Germania) , alza le spalle:
"E’ da oltre un anno che non sento più niente da parte dei progettisti del
pastificio”, ha detto questa settimana. Negli uffici pubblici comunali di tutte
le altre città segnati sulla mappa per la Germania delle fabbriche alimentari e
dei centri di distribuzione non si è mai sentito parlare del progetto. Contatti
non ci sono mai stati.
Evidentemente fin dall'inizio non era mai stato voluto che
dalle linee di produzione della grande fabbrica alimentare dovessero partire
pizza surgelata e pasta, torte e dolci. Il piano, invece , era creare una
ragnatela con neo costituite società o ancora in fase di avviamento attraverso
partecipazioni intrecciate tra di loro.
Le persone dietro le quinte , i finanziatori ed i
committenti effettivi delle fabbriche alimentari erano tenuti in segreto.
Niente è trapelato all’esterno. La pianificazione aveva qualcosa di cospirativo
e nomi sono rimasti nascosti al pubblico. Si parlava di una società di
partecipazione finanziaria con sede a Malta. Di una “International Group for
Food Production (IGFP) con sede a Mülheim an der Ruhr (Germania) - una
società di comodo, come si è scoperto più tardi.
Fino ad allora il previsto pastificio aveva alimentato ogni
tipo di speculazione nel settore. Ricerche effettuate da NWZ hanno ora rivelato
che a quanto pare il nome di ALDI sia stato abusato per il progetto. I nomi
delle Fondazioni ALDI sono apparsi su documenti che sono stati presentati ai
dirigenti e rappresentanti dell’opera gigantesca. Con questo stratagemma
evidentemente si volevano arruolare amministratori e collaboratori per il
progetto.
Il gruppo ALDI già da tempo ha respinto con veemenza ogni
coinvolgimento: "Di questa procedura non ne sappiamo nulla", ha detto
la società diversi mesi fa.
Da mesi ora c'è silenzio. Anche se le concessioni edilizie
per costruire in Italia erano stati rilasciati , l'acquisto del terreno è
fallito. La Enumplan non è riuscita ad racimolare le richieste 7.000.000 di
Euro per l'acquisto del sito di un ex zuccherificio. Diversi imprenditori ed
avvocati sia della Germania sia dell’Italia con buoni legami nell’alta finanza
sono stati contattati , ma alla fine hanno preso le distanze da ogni relazione
d’affari.
E dopo aver sentito una rampogna del genere viene spontanea la domanda: ma il nostro sindaco e il nostro assessore Vincenzi, possibile non abbiano mai dubitato di niente dall'inizio alla fine ? Dall'inizio tranquillizzando i Consiglieri Comunali e tutti che gli investitori erano gente seria e attendibile. Fino alla fine ci hanno creduto, senza sospettare di nulla, di come stavano girando le cose ? Di sicuro ha fatto loro immensamente comodo quella sera alla Pinacoteca nel pieno dell'ultima campagna elettorale, quando di fronte a due sale/piani stracolmi di cittadini bondenesi incuriositi e trepidanti, i responsabili della "PIZZAFABRIK" hanno tranquillizzato tutti, provando a far capire quanto fossero infondate le critiche dei malpensanti. Ha fatto comodo sicuramente al sindaco, l'oltraggio che ha subito il candidato sindaco del centrosinistra Nardini, tacciato di non saper leggere per le obiezioni che aveva fatto sul mancato pagamento dei nostri imprenditori per i lavori fatti nella ristrutturazione della palazzina dell'ex zuccherificio. Nardini, al pari di un novello Don Chisciotte senza tante speranze, ha provato a difendersi, ma per lui non era proprio serata, sembrava, ripeto, sembrava tutto ben organizzato per colpire "a morte" politicamente il candidato sindaco che in quell'occasione vedevo nelle vesti di San Sebastiano, ed ogni insulto che riceveva era una freccia che lo lacerava. In quella pesante diatriba, senza il contributo di rappresentanti della Provincia, dell'USL, della Regione e soprattutto di Finbieticola, è stato facile per il nostro sindaco prendere la parola alla fine di tale martirio, mostrando tutto il suo animo da pacifista, per rasserenare gli animi e ridare speranza e tranquillità a tutti. Se fosse stata una rappresentazione teatrale, poteva essere Venere con la fascia tricolore che esciva dalle acque e il popolo che intimamente esclamava: oooh che buono il nostro sindaco ! Che bravo il nostro sindaco ! E sotto il suo sornione e maliardo sorriso sapeva bene di avere già messo in tasca la probabile riconferma per altri 5 anni alla comoda poltrona di Sindaco della Città di Bondeno, nel settentrione dell'Italia, qui oramai comunemente chiamata Padania.
RispondiEliminaTutto in cavalleria ovviamente.... o no? Vuoi che sia la volta buona che a qualcuno passa il ridere? E che basti una volta per tutte?...chissà
RispondiEliminaEh sarebbe una bella caccia al tesoro: consulenze regionali, finanziamenti elettorali,Ramoser,vendita Zanluca con omaggio corte ristrutturata,giornalisti consulenti, convenzioni aperte,contributi associazioni......
EliminaQuesta è l'ennesima riprova, semmai ce ne fosse stato bisogno, del bluff della riconversione dello zuccherificio. La questione ha dell'incredibile, soprattutto perché nessuno dice nulla: sembra che tutti se ne lavino le mani. Mi domando cosa dicano i vertici di Finbiaticola, per me questo rimane un mistero. Possibile che i committenti non abbiano valutato l'operazione. E adesso come intendono procedere? La proprietà, che ha l'onere della riconversione e della creazione di posti di lavoro, è la grande assente: possibile che non si degnino di avanzare pubblicamente proposte e di chiarire i rapporti con Enumplan? E anche l'Amministrazione ha l'obbligo morale di fornire risposte precise su un progetto che potrebbe essere strategico per Bondeno. E le associazioni degli agricoltori non hanno nulla da eccepire, o proposte da fare, a questo proposito? I sindacati, anziché preoccuparsi solo della proroga della Cassa integrazione dei pochi lavoratori rimasti, non farebbero meglio ad occuparsi di chi, mi riferisco ai tanti che hanno consegnato la domanda per il pastificio, non hanno il posto d lavoro.
RispondiEliminaCaro Davide c'è una differenza sostanziale fra l'Amministrazione Comunale e Finbieticola. La prima è gestita da uomini eletti e designati politicamente direttamente o indirettamente dal popolo e devono gestire i soldi della comunità e indirizzare lo sviluppo del nostro territorio per il bene dei cittadini che gli pagano lo stipendio, e proprio per questo devono, dovrebbero assolutamente riferire agli stessi cittadini elettori contribuenti tutti gli aspetti politici, sociali, economici e strategici che hanno portato questa Amministrazione a collaborare e lavorare "h.24", in estrema sintonia con Ramoser e soci, dall'inizio ad oggi. Mentre per Finbieticola è tutta un'altra cosa, loro al massimo dovranno rispondere ai propri soci azionisti, dai quali avranno senz'altro avuto mandato pieno per operare come hanno creduto. Certo dovranno rispondere anche al Ministero che gli ha dato o assegnato la montagna di milioni per demolire lo stabilimento, bonificare l'area e collocare gli operai. Ora molto sommessamente per come la vedo io, Finbieticola è quella che ECONOMICAMENTE ne è uscita meglio. Ha fatto prendere i soldi per lo smaltimento, se non erro a ditte "proprie", si trova un terreno bonificato e aumentato tanto di valore perchè già dentro un "piano regolatore" con possibilità di edificare mega fabbriche ed insediamenti abitativi e commerciali oltre naturalmente al verde e parcheggi. Si ritrova una palazzina ristrutturata per ora gratis, tutti i dipendenti che dovevano essere a suo carico, intanto li abbiamo assistiti noi con 8 anni e passa di cassa integrazione. Ora a mio avviso basta che Finbieticola "sistemi" i pochi dipendenti rimasti con una spesa divenuta ormai risibile e potrà benissimo aver diritto alla completa riscossione della montagna di euro. Quanto poi fossero sciolti o complessi i loro rapporti con Enumplan e soci è tutto da stabilire.
EliminaSono d'accordo, rimane però il fatto che tutti gli attori del processo hanno firmato impegni precisi sulla riconversione: Comune , provincia, Regione, camera di Commercio, sindacati e associazioni degli agricoltori. La questione è stata gestita male, e con poca convinzione, a tutti i livelli, e di questo ci dobbiamo rammaricare. Proprio durante le ultime elezioni ho avuto occasione di parlarne con l'assessore regionale Rabboni il quale aveva garantito che avrebbe interessato il Ministero e chiesto il commissariamento. Ora si va ad elezioni in Regione, la Provincia non esiste più e quindi tutto cadrà, come sempre in Italia, nel dimenticatoio. Alla fine i cittadini di Bondeno saranno cornuti e mazziati!
RispondiElimina"La questione è stata gestita male", dici tu, ma la mia preoccupazione più grossa è che qualcuno invece ritenga di aver agito molto bene, proprio come erano le sue proprie intenzioni e strategie ! E' questa secondo me la domanda del secolo : qualcuno aveva concordato o preordinato qualcosa di come è andata ???
EliminaE il nostro amato sindaco cosa ne dice? O forse se ne è scordato e non ne parla più
RispondiEliminaCosa vuoi che dica ? Quello che gli fa comodo dire, come sempre, in base al posto, agli intrlocutori e all'occasione : E' UN AFFARE TRA PRIVATI ! Gli ha creduto il 65% dei bondenesi boccaloni che hanno dato il voto a lui e a Biancardi&Vincenzi. Dovrebbe essere qualcun altro più convincente a chiedergli di questo ed altro .......
EliminaNon devi dire nulla, è la giunta che dovrebbe replicare! Quando sponsorizzavano l'operazione non erano estranei ad un affare tra privati! Chiedi a chi sta aspettando ancora quanto dovuto per il lavoro effettuato nella ristrutturazione della palazzina uffici. Se non ricordo male il sindaco aveva presentato personalmente le aziende ai fantomatici investitori... Mi chiedo chi li ripagherà, chi ripagherà l'illusione di decine decine di illusi che speravano in un loro diritto, un lavoro! E tutti quelli che prima delle elezioni comunali gridavano il loro scandalo a chi osava dubitare della possibilità che il pastificio fosse una bufala? Già dove son finiti? Non parlano più?
EliminaChe tristezza